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In Advance - Size XL - Ottime Condizioni

Vintage 1997 Chicago Bulls “Cheer Up There’s Always Next Year!” T-Shirt

Vintage 1997 Chicago Bulls “Cheer Up There’s Always Next Year!” T-Shirt

Prezzo di listino ¥9,900
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Maglietta vintage delle Finals NBA 1997 Chicago Bulls “Cheer Up…There’s Always Next Year!”, stampata su t-shirt anni ’90 In Advance single stitch, Made in USA.

STORY TIME
Le Finals NBA del 1997 regalarono uno degli scontri più drammatici e iconici della storia del basket, mettendo di fronte i potenti Chicago Bulls, alla caccia del loro quinto titolo nel decennio, e gli Utah Jazz, al loro tanto atteso debutto in Finale. Con Michael Jordan e Scottie Pippen a guidare Chicago e Karl Malone e John Stockton a trainare Utah, il palcoscenico era pronto per una sfida ad alta tensione, piena di rivalità e momenti indimenticabili.

Fin da Gara 1, il tono fu chiaro quando Pippen pronunciò la celebre battuta “The Mailman doesn’t deliver on Sundays”, poco prima che Malone sbagliasse tiri liberi cruciali, lasciando a Jordan l’occasione di segnare il canestro della vittoria.

Dopo essere andati sul 2–0, i Bulls subirono la rimonta dei Jazz a Salt Lake City, con il Delta Center in delirio che riportò la serie in parità 2–2. Poi arrivò Gara 5, entrata nella leggenda NBA come la “Flu Game”. Colpito da un’intossicazione alimentare, Jordan si trascinò in campo segnando 38 punti in una prestazione eroica che portò i Bulls avanti 3–2. Tornati a Chicago per Gara 6, con la partita in bilico, Jordan servì Steve Kerr, che infilò con calma il jumper decisivo a 5 secondi dalla fine.

I Bulls si aggiudicarono la serie per 4–2, e Jordan conquistò il suo quinto premio di Finals MVP. Oltre al basket, la serie brillò anche per polemiche e personalità forti, dall’insulto anti-mormone di Dennis Rodman con conseguente multa record, alle dispute accese con gli arbitri, fino a momenti surreali come Antoine Carr che chiese l’autografo a Jordan nel bel mezzo della serie. 🏀🔥

Taglia

Taglia suggerita: XL
Taglia etichetta: XL

Misure:
Lunghezza-83cm
Spalle-53cm
Maniche-29cm
Larghezza-60cm 📏

Guida alle Taglie
  • Taglia suggerita → taglia consigliata in base alle misure reali.
  • Taglia etichetta → taglia riportata in etichetta (se presente).

Nei capi vintage l’etichetta può non riflettere la vestibilità attuale: lavaggi, modifiche e mode passate possono aver cambiato le dimensioni originali.

Affidati sempre alle misurazioni riportate. Per maggiori info consulta la pagina dedicata.

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Le condizioni dei nostri capi vengono classificate secondo la seguente scala:

  • Deadstock: condizioni pari al nuovo, senza difetti. Tessuti e dettagli risultano praticamente nuovi.
  • Ottime: in condizioni eccellenti, con eventuali piccole imperfezioni mostrate nelle foto.
  • Buone: in buone condizioni generali, con segni di usura o difetti evidenti mostrati nelle foto.
  • Discrete: con usura evidente e difetti ben visibili mostrati nelle foto.

Essendo capi vintage, possono comunque presentare piccole imperfezioni o segni del tempo non sempre riportati.

Tutti gli articoli vengono lavati, igienizzati e le macchie trattate prima di essere messi in vendita. Per maggiori info consulta la pagina dedicata.

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Story Time

L’era del “High Five” dei Chicago Bulls: potenza, eredità e conquista culturale (1991–1997) 🐂🔴⚫️

Dal 1991 al 1997, i Chicago Bulls ridefinirono il concetto di grandezza nel basket. Con Michael Jordan, Scottie Pippen e l’allenatore Phil Jackson al comando, i Bulls conquistarono cinque titoli NBA, trasformandosi da squadra dominante a fenomeno culturale globale. La loro corsa fu costellata di momenti indimenticabili, rivalità accese e un carisma senza eguali.

La dinastia iniziò nel 1991, quando spazzarono via i Detroit Pistons e sconfissero i Los Angeles Lakers di Magic Johnson per il loro primo titolo. L’anno successivo arrivò la celebre “shrug” di Jordan nelle Finals e un altro campionato contro i Portland Trail Blazers. Nel 1993 i Bulls completarono il three-peat, battendo i Phoenix Suns di Charles Barkley, con la tripla decisiva di John Paxson a suggellare la vittoria. 🏀✨

Il ritiro improvviso di Michael Jordan nel 1993 scioccò il mondo dello sport, soprattutto dopo il tragico omicidio di suo padre. Dopo una breve parentesi nel baseball, tornò nel 1995, e i Bulls si ricaricarono aggiungendo Dennis Rodman, formando un trio leggendario.

La stagione 1995–96 vide i Bulls dominare con un record di 72–10, il migliore nella storia NBA fino ad allora, e trionfare nelle Finals contro i Seattle SuperSonics. La vittoria di Jordan nella partita della Festa del Papà fu uno dei momenti più emozionanti della storia NBA.

Nel 1997, nonostante infortuni e l’età che avanzava, i Bulls inseguirono il loro quinto anello. Le Finals contro gli Utah Jazz regalarono l’iconica “Flu Game”, in cui un Jordan visibilmente debilitato mise a segno 38 punti. In Gara 6, Steve Kerr realizzò il canestro del titolo dopo un assist di Jordan, e MJ alzò cinque dita, il suo simbolico “High Five” ai tifosi. 🐂🔴⚫️

Fuori dal campo, i Bulls erano ovunque. Jordan recitava in Space Jam, le stravaganze di Rodman riempivano i titoli dei giornali, e il merchandising dei Bulls divenne una moda globale. Allo stesso tempo, covavano tensioni interne con la dirigenza, soprattutto con il GM Jerry Krause, e le dispute contrattuali di Scottie Pippen pesavano sull’ambiente, ma nulla fermò la loro marcia vincente.

L’era del “High Five” fu molto più che titoli: fu fatta di momenti iconici, influenza e ispirazione. I Bulls non si limitarono a vincere, cambiarono il gioco, divennero icone della cultura pop e fissarono uno standard d’oro che ancora oggi le squadre cercano di raggiungere. 🏀✨